C’è una malattia che si sta diffondendo a vista d’occhio all’interno degli uffici, ma molti non sanno neppure di averla.
Ogni posto di lavoro ha i suoi rischi per la salute, da cui proteggersi e tutelarsi non è sempre facile. Questi vanno da quello di infezione come gli ospedali allo stress e all’impatto psicologico che può avere. L’esposizione a una condizione poco sana può portare a infortuni o addirittura a sviluppare una malattia professionale, ossia un disturbo provocato nel tempo dal lavoro che si svolge.
Queste patologie sono catalogate all’interno di tabelle aggiornate con cadenza regolare create dall’Inail. Alcune possono provocare una condizione di invalidità temporanea se non permanente, situazione da cui occorre tutelarsi sporgendo l’opportuna denuncia. Il lavoro però può provocare anche malattie che restano silenti, ma non per questo meno pericolose di altre patologie
Pare infatti che tra le mura degli uffici si stia diffondendo un disturbo che ha un grave impatto sulla qualità di vita degli italiani. Ci sono almeno tre milioni di italiani che ne soffrono senza rendersene conto perché non dà sintomi evidenti a livello fisico, ma distrugge la salute mentale. I più colpiti sembrano essere i lavoratori più giovani, ma nessuna categoria ne è immune.
La malattia di cui parliamo ha un nome emblematico, ossia “sindrome da corridoio“. Il motivo per cui la si definisce così è legato al fatto che si percorre il corridoio per uscire dall’ufficio e avviarsi verso casa. Tuttavia capita spesso che nonostante la giornata lavorativa risulti finita pochi riescano a staccare la mente e finiscano con il portare i problemi lavorativi nella sfera privata.
Questa condizione può verificarsi anche all’opposto, ossia trascinarsi dietro i problemi della sfera privata quando si entra al lavoro. In entrambi i casi il risultato è un’enorme quantità di stress e tensione che compromette sia il rendimento sul lavoro che le relazioni personali. Si entra in un circolo vizioso dove non si riesce più a distinguere la sfera lavorativa da quella privata.
Oltre alle ripercussioni psicologiche chi soffre della sindrome da corridoio spesso lamenta cefalea cronica e disturbi del sonno. Sono disturbi che derivano dall’ansia e dalla stanchezza, per non parlare del burnout, ovvero l’esaurimento emotivo. Secondo il rapporto Censis -Eudaimon sul welfare aziendale tra gli impiegati giovani quasi uno su due ha sperimentato il burnout.
Tra i lavoratori più maturi le percentuali scendono dal 47,7% scendono al 28%, ma il problema rimane. Trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata è sempre più difficile, e il 73,9% dei lavoratori confessa di percepire una pressione impossibile da sostenere.
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