Recenti studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra la durata della vita ed il proprio stato sentimentale: ecco chi ha minore speranza tra single, sposati o vedovi.
In un periodo particolare dell’anno, quando San Valentino si avvicina, si è più propensi a riflettere sulla propria situazione sentimentale. Capita spesso, nel corso della vita, di domandarsi se questa possa essere migliore da single o con un compagno al proprio fianco, immaginandosi nella circostanza opposta.
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Non avere un affetto stabile con cui condividere le proprie giornate può portare ad un senso di solitudine. D’altra parte, un matrimonio non rappresenta la garanzia di felicità eterna, proprio a causa di ciò che questo legame implica. Dei recenti studi hanno deciso di trovare una risposta a questi eterni quesiti, che sia in grado di togliere ogni dubbio.
I ricercatori di Harvard, capitanati da Cuicui Wang, hanno reso pubblico attraverso Nature Human Behavior l’interessante correlazione che esiste tra salute mentale e vita coniugale. Dopo aver analizzato 106.000 soggetti residenti in sette diversi Paesi del mondo, sono giunti alla conclusione sorprendente: il matrimonio sarebbe un ottimo antidoto contro la depressione.
I sintomi di questa patologia infatti, compaiono con una probabilità superiore del 79% nei single, ma non sono da meno anche i vedovi e i divorziati, il cui rischio arriva al 64% e 99%. Non è solo la sofferenza mentale la vera minaccia. Il proprio stato può incidere addirittura sulla durata della vita.
Tasso di mortalità più alto: chi ha la meglio tra single e sposati
Nei tempi più recenti è diventata una consuetudine sentir dire di essere “single per scelta”. La decisione di non dividere la propria quotidianità con un partner deriva, il più delle volte, dalla convinzione che questo possa interferire con la propria serenità. Gli studi condotti dal team di Harvard tuttavia, hanno smentito questa comune credenza, affermando che l’essere coniugati ha effetti decisamente positivi sul benessere mentale.
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Non è tutto, perché non sarebbe soltanto la psiche ad ottenere dei benefici dal matrimonio. La stessa longevità potrebbe dipendere, stando a quanto affermato da una ricerca comparsa sul Global Epidemiology, da questa importante variabile. Pare infatti che l’unione coniugale porti dei vantaggi anche a livello fisico, a causa dello stimolo reciproco a migliorare la salute.
Il tasso di HbA1c inferiore, importante segnale della presenza di diabete, è soltanto uno dei tanti dati che confermano la tesi. In particolar modo, il tasso di mortalità sarebbe minore di ben un terzo per le donne sposate, confrontate con quelle single. Sebbene vi siano notevoli differenze culturali che distinguono questi risultati tra un Paese e l’altro de pianeta, esistono dei fattori ben precisi alla base di quanto è emerso.
Un rapporto matrimoniale infatti, sarebbe un sinonimo di una tranquillità in termini economici. Allo stesso tempo, molto importante è proprio l’aiuto emotivo e sociale che ne deriva. “Dopo i confetti escono i difetti”, si suol dire. Eppure, a quanto pare, questi sarebbero solo un piccolo prezzo da pagare in cambio di una maggiore possibilità di vita.