Disattendere il pagamento di un assegno familiare può creare gravi disagi. Ma quali sono le possibili conseguenze di simile comportamento?
All’interno del contesto familiare la separazione rappresenta uno dei momenti più difficili e delicati per i membri coinvolti. Oltre all’inevitabile dolore emotivo, le questioni burocratiche da affrontare sono molteplici e tutte essenziali perla corretta gestione della separazione.
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In seguito all’affidamento dei figli e della divisione dei beni, il mantenimento è uno degli aspetti più importanti e oggetto di frequenti diatribe. Regolamentato dalla legge italiana, l’assegno familiare di mantenimento obbliga uno dei due coniugi a versare una somma di denaro mensile all’altro.
Questo obbligo può esistere anche in assenza di figli e può essere stabilito durante la fase di separazione o successivamente dopo il divorzio. Quando uno dei due ex coniugi non adempie al proprio obbligo, tuttavia, possono insorgere alcune conseguenze da non trascurare.
Assegni familiari non ricevuti: cosa rischia chi non paga?
Il mancato versamento degli assegni familiari di mantenimento rappresenta una grave violazione dei diritti dei figli e dell’ex coniuge stabiliti dal giudice. All’interno del contesto legislativo italiano, questo atteggiamento comporta una serie di gravi conseguenze legali per il soggetto inadempiente. In presenza di figli o minori, infatti, secondo quanto stabilito dall’articolo 570 del Codice Penale, il mancato mantenimento degli stessi configura un reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
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L’obbligo di contribuire al mantenimento dei figli, anche se nati fuori dei vincoli matrimoniali, incombe su entrambi i genitori anche quando il rapporto sentimentale termina. In caso di mancato pagamento dell’assegno familiare, quindi, il soggetto inadempiente subirà un pignoramento o un sequestro dei propri beni. Questa operazione, atta a garantire il mantenimento dei figli e dell’ex coniuge nel tempo, può avvenire in seguito ad una procedura esecutiva attivata dall’ex coniuge creditore delle somme non versate.
Nei casi più gravi, inoltre, il genitore inadempiente può essere soggetto ad una reclusione fino ad un anno e al pagamento di un multa da un minimo di 103 fino ad un massimo di 1.032 euro. Tuttavia, l’accertamento dell’integrazione degli estremi di reato penale, richiede una valutazione attenta delle capacità contributive rispettive degli ex coniugi. In questo scenario, è fondamentale tenere in considerazione gli eventi straordinari i quali possono incidere in negativo sulle condizioni economiche momentanee delle due parti.