I controlli dell’INPS sui moduli ISEE sono partiti, in caso di difformità si rischiano sanzioni pesanti e conseguenze ancora più gravi in caso di falsa dichiarazione.
Fino a qualche anno fa il modulo ISEE era un documento del quale si occupava direttamente il commercialista senza che il titolare di questa certificazione si preoccupasse troppo di doverlo richiedere. C’era infatti una minore attenzione su quelli che potevano essere i benefici e i bonus ottenibili proprio tramite questo modulo.
Da qualche anno a questa parte, invece, la maggiore attenzione mediatica e generale sui bonus e le agevolazioni concesse dal governo ha spinto molte più persone ad informarsi sui benefici spettanti e ad impegnarsi attivamente nelle compilazione del modulo DSU utile all’ottenimento dell’ISEE aggiornato qualora servisse per beneficiare delle agevolazioni.
La possibilità di compilare autonomamente il modello è stata resa più semplice da quando è a disposizione quello precompilato. Si tratta di un modulo che si basa sulle informazioni note al fisco sul richiedente e basato su quelli che sono i guadagni e le proprietà del singolo o della famiglia negli anni precedenti.
Di fatto se la situazione economica del richiedente non è cambiata, non si deve fare altro che confermare i dati presenti e inviare la DSU utile all’ottenimento dell’ISEE aggiornato. Questa comoda opportunità tuttavia nasconde delle insidie, poiché qualora vadano modificati dei campi si potrebbe incorrere in un errore.
Controlli sull’ISEE: cosa succede se commetti errori
Visto che la presentazione dell’ISEE è utile all’ottenimento di un’agevolazione, annualmente l’INPS si occupa di fare dei controlli per accertarsi che non vi sia qualcuno che sta dichiarando il falso per approfittarsi delle agevolazioni anche quando non ne avrebbe diritto.
Il problema è che potrebbe incorrere in sanzioni – e anche decisamente pesanti – anche chi ha commesso un semplice errore di compilazione e non se n’è reso conto. Va inoltre sottolineato come i controlli possano essere fatti anche ad anni di distanza e che la sanzione può giungere fino a 7 anni dopo la presentazione dell’ISEE non corretto per l’ottenimento di una agevolazione.
Solitamente l’INPS, qualora venga riscontrata un’incongruenza in fase di presentazione comunica l’errore al richiedente e offre la possibilità di rettificare la DSU ed evitare ulteriori conseguenze. Qualora ci si accorga in tempo – entro i 15 giorni dalla presentazione dell’ISEE – di aver commesso un errore si può rettificare la DSU tramite il modulo integrativo FC3 contenente le informazioni mancanti, o tramite l’invio di una seconda DSU contenente le informazioni corrette.
Qualora però questo non avesse provveduto alla rettifica, possono scattare delle sanzioni pecuniarie e anche legali. La conseguenza dipende dalla somma che si è indebitamente percepita grazie alla dichiarazione errata. Se il vantaggio economico percepito è pari o inferiore ai 3.999,96 euro, potrebbe arrivare una multa che va dai 5.164 euro fino ai 25.822 euro. Qualora invece il beneficio economico sia superiore alla cifra indicata si rischia la condanna alla reclusione dai 6 mesi ai 3 anni.
Va inoltre sottolineato che oltre alla multa, l’ente preposto alla concessione del bonus – solitamente l’INPS – provvederà alla sospensione del beneficio ottenuto in maniera illegittima e al recupero delle somme già versate.