L’INPS procederà con la revoca della pensione di reversibilità al verificarsi di diverse circostanze. Conoscere quali è fondamentale per non perdere l’assegno.
Il superstite di un pensionato INPS che percepisce la pensione di reversibilità deve conoscere le regole che disciplinano questa misura per evitare di ritrovarsi da un giorno all’altro senza l’entrata mensile.

Il diritto alla pensione di reversibilità non è “per sempre”. Al verificarsi di alcune circostanze l’ente della previdenza sociale può procedere con la revoca e il superstite si ritroverebbe senza l’entrata mensile. La misura è disciplinata da una rigida normativa e non tutti ne conoscono ogni aspetto rischiando, così, di rimanere privi del beneficio.
Oltre alla revoca del trattamento è possibile subire anche una decurtazione dell’importo se, ad esempio, il superstite inizia a lavorare ricevendo uno stipendio mensile. Prima di addentrarci nel cuore della questione soffermiamoci un momento sui requisiti di accesso alla pensione di reversibilità.
Dopo il decesso del titolare di una pensione riceveranno la misura il coniuge, il coniuge separato o divorziato, i figli minorenni, i figli maggiorenni under 21 oppure under 26 se universitari, i figli maggiorenni inabili, i genitori inabili o over 65, fratelli e sorelle non coniugati e inabili e nipoti maggiorenni inabili al lavoro. Per essere riconosciuti come superstiti sarà necessario che il familiare risulti a carico del pensionato prima del decesso.
Quando scatta la revoca della pensione di reversibilità
La normativa prevede la possibilità di revoca o riduzione della pensione di reversibilità. Nel primo caso scatterà la sospensione del diritto al pagamento del trattamento, nel secondo caso l’INPS procederà con una decurtazione dell’importo. La revoca è prevista se il superstite si sposa nuovamente oppure quando il percettore supera lo stato di inabilità che dava diritto alla misura.

Addio alla reversibilità per i figli che finiscono gli studi e iniziano a lavorare prima dei 21 anni oppure se interrompono gli studi prima dei 26 anni. I genitori titolari perdono il trattamento se ottengono un altro trattamento pensionistico mentre per i fratelli/sorelle sarà determinante che rimangano celibi/nubili altrimenti scatterà la revoca. Nulla toglie che soddisfacendo nuovamente i requisiti non si possa ripristinare il versamento mensile della reversibilità dopo un periodo di sospensione. Succede, ad esempio, se la condizione di inabilità si ripresenta.
La decurtazione, invece, è legata ai redditi del superstite. Nello specifico la riduzione scatta se il percettore riceve altri redditi oltre la pensione di reversibilità. Ci sono delle soglie che se superate comportano un taglio del trattamento. Non ci saranno riduzioni con redditi fino a 23.345,79 euro. Poi scatterà il taglio del 25% con redditi fino a 31.127,72 euro, del 40% entro 38.909,65 euro e del 50% superando i 38.909,65 euro.