La legge si è espressa su un aspetto importante, la possibilità per un genitore di mandare un figlio a scuola da solo. È bene sapere cosa sia previsto per non incorrere in problemi.
Gestire un figlio non è mai semplice, specialmente se si è particolarmente apprensivi e si può avere il timore nel concedergli la sua indipendenza. Questa dovrebbe essere innanzitutto commisurata all’età, ma non solo, visto che si dovrebbero prendere in considerazione anche le varie situazioni e il contesto in cui si vive.
Un pensiero simile non può che essere applicato anche a una fase importante per tutti, ovvero il momento in cui un bambino inizia a manifestare il desiderio di andare a scuola da solo per far vedere ai coetanei di essere “grande” e non succube di mamma e papà.
Non tutti hanno la stessa opinione a riguardo, chi ad esempio ha la necessità di prendere i mezzi pubblici per arrivare a destinazione può avere qualche timore di troppo all’idea che si possano incontrare malintenzionati durante il percorso. A dire il vero per molti cambia poco anche se si ha la possibilità di fare il tragitto a piedi, sapendo di non poter intervenire prontamente in caso di necessità.
Al di là delle prese di posizione di ognuno è importante capire cosa prevede la legge, che si è espressa in maniera chiara su un tema così importante, così da evitare fraintendimenti di ogni tipo.
Essere apprensivo può essere normale per un genitore, tutti hanno però la consapevolezza di come si debba prima o poi mettere da parte questo stato d’animo e permettere che il figlio diventi via via sempre più indipendente. Si può partire dalle piccole cose, come la possibilità di mandarlo a scuola da solo, al di là della distanza che si deve percorrere.
Tanti ragazzini sono i primi a chiedere di poterlo fare a mamma e papà, con l’idea di fare vedere ai coetanei come siano autonomi e non dipendenti da loro, cosa che potrebbe farli giudicare in maniera negativa dai compagni di classe.
In genere questo bisogno inizia a manifestarsi con l’inizio della scuola media, fase in cui un po’ tutti iniziano a sentirsi “grandi”. Ma è davvero possibile farlo in concomitanza con quella fase o addirittura prima? La situazione a livello normativo è cambiata a partire dal 2018, anno in cui è stata introdotta una regola che permette agli studenti di farlo, ma a condizione di essere stati autorizzati dai genitori.
È bene però fare una precisazione importante per evitare equivoci. Il permesso può avvenire attraverso un’opportuna liberatoria firmata dai genitori, che consente a un figlio di uscire da solo da scuola. Si tratta di un provvedimento che deve essere interpretato al meglio per non avere problemi, nato con l’obiettivo di liberare la scuola da ogni responsabilità se dovesse accadere qualcosa una volta che il ragazzo è uscito dall’istituto.
La legge parla quindi in maniera esplicita dell’uscita degli alunni dalla struttura, ma senza fare alcun accenno all’ingresso. Analizzando meglio quanto scritto si può dedurre quindi come un minore possa acquisire la capacità di autodeterminazione, quindi anche l’autonomia, nell’andare e tornare a casa da scuola al compimento dei 14 anni. Non si tratta di un principio casuale, un minore infatti non può stare a casa da solo nemmeno per pochi minuti al di sotto di quell’età. È quindi inevitabile che chi ha meno anni non possa nemmeno andare a scuola, quindi camminare per strada, per raggiungere l’istituto.
Non seguire questa regola porta a essere incriminati per il reato di abbandono di minore, punito dall’articolo 591 del Codice penale con la reclusione da 6 mesi a 5 anni salvo aggravanti. Questo si configura soltanto quando il minore è esposto a un pericolo, anche soltanto ipotetico. Essere prudenti è quindi un obbligo, anche se i più ansiosi non saranno certamente dispiaciuti di sapere quello che prevede il nostro ordinamento.
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