Il datore di lavoro può controllare i dipendenti durante i permessi 104 condivisi tra parenti. Al verificarsi di determinate condizioni può arrivare a scelte estreme.
La Legge 104 nasce per tutelare i cittadini con disabilità e i caregiver che se ne prendono cura. Prevede diverse agevolazioni in modo tale da semplificare la vita di chi incontra ogni giorno tanti ostacoli lungo il proprio percorso.

I permessi di tre giorni al mese sono un beneficio molto importante per i caregiver che assistono un familiare con disabilità grave. Permette loro di assentarsi dal posto di lavoro senza il rischio di essere licenziati. In più si tratta di permessi retribuiti e frazionabili per una migliore gestione del vantaggio in base alle esigenze personali. L’importante è che durante il giorno di permesso il dipendente si prenda realmente cura del disabile. Dal mese di agosto 2022 c’è un’interessante novità riguardante la Legge 104.
Più familiari possono assistere lo stesso disabile grave alternandosi. Viene eliminata, dunque, la figura del referente unico ma il numero delle giornate di permesso non cambia. Rimangono tre giorni di permesso al mese in totale indipendentemente da quanti sono i caregiver. Facciamo un esempio chiarificatore ipotizzando due fratelli che si prendono cura della mamma con disabilità grave. Se nel mese di marzo uno dei due fratelli chiede due giorni di permesso, l’altro potrà chiederne uno solo.
Abusi di permessi, ecco cosa può fare il datore di lavoro
Il datore di lavoro ha il diritto di controllare il dipendente qualora abbia dubbi sulla corretta fruizione del permesso 104. Un eventuale abuso del beneficio, infatti, permetterebbe di applicare sanzioni al lavoratore o addirittura di licenziarlo. Per abuso si intende un uso improprio dei permessi di tre giorni della Legge 104. L’obbligo per chi richiede questa misura è di assistere il disabile durante la giornata di assenza dal posto di lavoro.

Significa che il caregiver dovrà occuparsi fisicamente del familiare oppure svolgere mansioni come fare la spesa o pagare le bollette della persona con disabilità. Non potrà andare dal parrucchiere o fare una gita fuori porta (a meno che non sia per accompagnare il familiare). Il permesso 104 serve per assistere il disabile. Il datore di lavoro può assumere un investigatore privato per verificare un eventuale abuso della Legge 104.
Le agenzie private sono state considerate legittime dalla Corte di Cassazione perché il datore ha il diritto di tutelare la propria attività. In caso di prove dell’abuso allora potrebbe scattare il licenziamento per giusta causa (e addio NASPI!) e anche una denuncia nei confronti del dipendente con conseguente procedimento penale.