Pensioni, aumenta l’Assegno Sociale ma per i contribuenti non è un bene: ti spiego perché

Anno nuovo e assegno sociale nuovo e più ricco. Ma attenzione a rallegrarvi perché, in realtà, per chi deve andare in pensione questa non è una buona notizia.

L’assegno sociale è una misura di sostegno che spetta a coloro che versano in condizioni di disagio economico e che non hanno abbastanza contributi nemmeno per ricevere la pensione minima. In pratica se una persona non ha mai lavorato o ha meno di 20 anni di contributi e si trova in una situazione di povertà, allora ha diritto all’assegno sociale.

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Pensioni, aumenta l’Assegno Sociale ma per i contribuenti non è un bene: ti spiego perché/montesangiovanniuno.it

Questa prestazione è soggetta alla rivalutazione annua e, di conseguenza, il suo importo cambia ogni anno. Nel 2024 l’importo dell’assegno sociale corrispondeva a 534,41 euro al mese mentre quest’anno è salito a 538,69 euro mensili e viene corrisposto per tredici mensilità, esattamente come una pensione.

Attenzione però a gioire: il fatto che l’assegno sociale sia aumentato non è una buona notizia. Non per tutti almeno. Sicuramente è una notizia positiva per coloro che lo ricevono ma rischia di diventare una tragedia per chi quest’anno si appresta ad accedere alla pensione di vecchiaia.

Assegno sociale: ecco perché l’aumento non è una buona notizia

Nel 2025 l’importo dell’assegno sociale è aumentato di poco più di 4 euro passando da 534,41 a 538,69 euro al mese. Una buona notizia? Non per tutti. Questo lievissimo aumento rischia di far saltare l’accesso alla pensione di vecchiaia a parecchi lavoratori che speravano di lasciare definitivamente l’ufficio o la fabbrica quest’anno.

La legge Fornero, entrata in vigore nell’ormai lontano 2012, ha stabilito che per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria sia necessario soddisfare i seguenti requisiti: avere almeno 67 anni di età e avere non meno di 20 anni di contributi. Ma, a volte, anche chi soddisfa entrambe le condizioni non può ugualmente lasciare il lavoro e fruire dell’assegno Inps.

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Assegno sociale: ecco perché l’aumento non è una buona notizia/montesangiovanniuno.it

Nello specifico i più svantaggiati sono i lavoratori che hanno iniziato a versare in contributi a partire dal 1996. In quell’anno, infatti, la riforma Dini ha modificato il sistema di calcolo delle pensioni e siamo passati dal sistema retributivo al sistema contributivo. Chi ha contributi sia prima che dopo il 1996 avrà un assegno Inps calcolato con il sistema misto mentre chi ha contributi solo dal 1996 in avanti avrà una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

I “contributivi puri” devono soddisfare un terzo requisito per poter andare in pensione: devono maturare un assegno previdenziale pari almeno all’importo dell’assegno sociale. Nel 2025, quindi, per andare in pensione dovranno aver maturato un assegno d’importo pari o superiore a 538,69 euro.

Diversamente non potranno uscire dal lavoro nemmeno se hanno già 67 anni e 20 o più anni di lavoro. Pertanto, per questa categoria, il fatto che l’assegno sociale sia aumentato non è affatto una buona notizia in quanto anche un incremento di soli 4 euro può impedire loro di andare in pensione quest’anno.

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