L’Isola del Liri regala ai suoi visitatori un’esperienza magnifica: vivere come in una fiaba grazie al suo castello principesco.
Ormai l’Isola del Liri non ha più segreti (o quasi). Da tutto il mondo giungono forestieri, incantati dal suo fascino, dato dal contrasto che unisce l’aspetto naturalistico e industriale, magia e realtà. Simbolo è la Cascata Grande, come più volte menzionato, che irrompe verso il centro della città.
Certo, non solo questo – sebbene il paesaggio costituisca il punto di forza di questa località. Tuttavia, insieme al panorama, contribuisce anche l’architettura, la storia, la cultura, tali da rendere unico il luogo in questione. Degno di particolare attenzione, un maestoso castello che richiama epoche passate, tra sfarzi e lusso.
Ancor più spettacolare, essendo incastonato all’interno di una cornice poetica, suggestiva, proprio come se fosse una pietra preziosa. L’atmosfera è regale, immaginandosi di indossare lunghi abiti da ‘c’era una volta…‘ passeggiando su lastricati e contemplando la Natura, al suono di dolci cinguettii.
Un tuffo nel passato, un’altra dimensione. Proprio come nei film, quando si attiva la macchina del tempo. Oggi un’epoca frenetica, scandita da ritmi ben precisi, ma nel momento in cui si varca quella stessa soglia, si entra in un altro mondo, fatato. È questa la sensazione che suscita tale imponente costruzione.
Stiamo parlando del Castello Boncompagni-Viscogliosi. Le prime notizie risalgono al 1004 quando i monaci di Montecassino adibirono i suoi locali a luoghi di preghiera e ritiro spirituale. Solo successivamente, nel ‘400, divenne residenza della Famiglia Della Rovere, fino al 1579.
Una magione elegante in grado di ospitare le diverse dinastie ducali, tra cui i Boncompagni. Tuttavia, dopo circa due o tre secoli – ormai il Castello divenuto Palazzo Reale – fu ampiamente danneggiato dall’esercito francese che, dovendo insediarsi da Napoli verso il Lombardo-Veneto, trovò negato il passaggio.
Infatti i guardiani dell’Isola attaccarono i ‘nemici’ che, a loro volta, sterminarono la popolazione. L’iconica fortezza (quasi) distrutta, così trasformata per scopi industriali. Ma è grazie ad Angelo Viscogliosi, ingegnere, che il Castello poté riacquistare nuova linfa attraverso numerose opere di restauro.
Una seconda vita, tale da permettere anche l’apertura della straordinaria costruzione ai visitatori e studiosi. Degne di nota due sale ricche di storia, la prima costituita da raffigurazioni bibliche – è qui che Giacomo I, Signore del Ducato di Sora e del Marchesato di Aquino, trascorreva gran parte delle sue giornate.
Infine il salone dei 18 Paesi – lo stesso fece rappresentare sulle pareti i diciotto paesi che formavano lo sconfinato feudo. Da menzionare l’emblema del Castello, la Torre, unica parte meglio conservata della fase quattrocentesca. Il tutto circondato da un meraviglioso giardino, dall’atmosfera così romantica.
Meritevole di una visita guidata, non si perda l’occasione di ripercorrere secoli di storia, talvolta bui, altre volte gloriosi. Un luogo che saprà trasportare i suoi ospiti fin dai tempi più remoti, tra stile, affreschi e beltà.
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