Nella provincia di Frosinone, tra le mete storiche da visitare rientra Monte San Giovanni Campano: la storia del borgo medievale e del suo castello.
In molti, durante questo periodo dell’anno decidono di fare una vacanza. Chi ha intenzione di non spostarsi dal territorio nazionale, può scegliere varie mete da visitare. Tra queste rientra sicuramente Monte San Giovanni Campano, borgo ai piedi dei Monti Ernici, nella provincia di Frosinone.
Questo antico borgo, secondo alcuni storici, risale al V secolo, quando qui si trasferirono gli abitanti della vicina città romana di Cereate. Anticamente il suo nome era Castelforte, probabilmente per via della presenza del Castello considerato inespugnabile e ancora in parte conservato.
Tra i luoghi storici da visitare nella provincia di Frosinone troviamo, come appena accennato, Monte San Giovanni Campano, centro che ad oggi conta circa 12mila abitanti e situato sulla destra del fiume Liri, nella Valle Latina.
Per lungo tempo il nome del borgo è stato Castelforte, ma nel luglio del 1592 prese il nome di Monte San Giovanni, per volontà di Papa Clemente VIII. Il nome derivava dal monastero benedettino dedicato ai santi Giovanni Battista e Evangelista che, secondo la tradizione, venne fondato dallo stesso san Benedetto da Norcia. Quasi 300 anni più tardi, nel 1872, venne aggiunto anche “Campano” considerata la lunga appartenenza alla provincia di Campagna e Marittima dello Stato Pontificio ed in modo da distinguere il centro dal comune di Monte San Giovanni in Sabina, in provincia di Rieti.
Il primo nome, come abbiamo precedentemente detto, derivava dalla fortezza medievale ancora presente e tra le maggiori attrazioni della cittadina. Il Castello di Monte San Giovanni Campano venne costruito nel X secolo, con una struttura pentagonale, e per anni ha ricoperto un ruolo strategico nella difesa dei confini dello Stato Pontificio per via della sua posizione. Nel XIII secolo, quando era di proprietà dei conti d’Aquino, all’interno del castello fu rinchiuso san Tommaso d’Aquino per volere dei suoi familiari che avrebbero voluto distoglierlo dalla vocazione religiosa domenicana per farlo entrare nell’Ordine benedettino. Si narra che, durante la prigionia, durata due anni, i fratelli di san Tommaso d’Aquino mandarono nella sua stanza una donna per tentarlo, ma il santo la cacciò con un tizzone ardente. Proprio dopo questo tentativo, secondo la tradizione, san Tommaso d’Aquino cadde in un sonno profondo ed in sogno due angeli lo avrebbero cinto con il cordone della castità cosicché potesse dedicarsi solo alla vocazione religiosa.
La fortezza subì grossi danni prima nel 1495 dalle truppe di Carlo VIII di Francia, giunte in Italia per conquistare il Regno di Napoli, poi a causa di due terremoti. Nel 1990 venne restaurato ed ancora è possibile visitare il palazzo ducale e le carceri sotterranee, compresa la stanza in cui fu rinchiuso san Tommaso d’Aquino, una delle quali trasformata in cappella.
Oltre al castello, che sovrasta ancora oggi il centro storico, sono presenti le famose “colonnette”, ossia delle colonne in pietra che anticamente delimitavano i confini tra lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie. Questi ceppi si trovano sui monti intorno al centro abitato e possono essere visitati dagli amanti del trekking. Nel centro storico, invece, è possibile ammirare costruzioni antiche, come portali e finestre, perfettamente conservate, ma anche vicoli che riportano al passato in un’atmosfera a dir poco fiabesca.
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