Sollievo per i cittadini italiani: le spese riguardanti l’assistenza domestica delle badanti, d’ora in avanti, saranno deducibili.
Le ordinanze scaturiscono spesso da un caso giudiziario, che pone in esame un determinato disagio vissuto da un cittadino. In tal caso il dibattimento è nato dalla protesta dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di un uomo che pretendeva la deducibilità dell’assistenza domestica della quale usufruiva in seguito ad un incidente automobilistico, responsabile di aver reso la moglie invalida. Egli si faceva aiutare da due colf, le quali ricoprivano anche il ruolo di badanti per la donna.
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L’Agenzia delle Entrate si è opposta all’agevolazione, avanzando un fattore chiave: le due donne non possedevano alcun certificato o qualifica in relazione ai bisogni della cittadina invalida e dunque questo impediva al marito di accedere alla deducibilità conseguente ad una concreta assistenza sanitaria e di accudimento domestico. A questa decisione seguì la riduzione della detraibilità, da 36mila a 5mila euro, ed una disputa giudiziaria che vide protagonisti il contribuente/datore di lavoro e l’AdE.
Inizialmente la Commissione tributaria provinciale aveva dato ragione a quest’ultima, concordando sulle sue argomentazioni. Quanto accaduto è giunto poi sotto lo sguardo attento dei giudici della Corte di Cassazione, i quali hanno concluso la disputa giudiziaria, emettendo la sentenza finale. È stata così emessa un’ordinanza che regola proprio il rapporto tra Agenzia delle Entrate e contribuenti che si affidano agli operatori domestici.
Nuova ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione: regola le spese delle badanti
Il 9 gennaio 2025 la Corte di Cassazione, a seguito del caso relativo alla disputa giudiziaria tra l’Agenzia delle Entrate e il contribuente, ha emesso l’ordinanza n.449, volta a regolare le spese riservate agli operatori domestici, non solo per le faccende riguardanti la cura della casa, ma anche per l’accudimento di soggetti evidentemente in difficoltà o aventi un’invalidità più o meno grave:
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- laddove l’inquilino sia affetto da una grave invalidità o menomazione (tutelata dalla legge 104), non è possibile circoscrivere o comprimere la deducibilità dal reddito complessivo Irpef delle spese chiaramente rivolte all’attività di assistenza al cittadino in questione;
- la legge comma 1, lettera b dell’art. 10 del T.U.I.R prevede che la deducibilità venga applicata al di là della natura dell’assistenza, sia che la colf in questione possieda una qualificazione o meno per accudire il disabile.
Questo significa che d’ora in avanti il Fisco non potrà più negare di detrarre le spese riguardanti l’assistenza domestica. La Corte di Cassazione smentisce così la posizione della Commissione tributaria provinciale, che si era espressa a favore dell’Agenzia delle Entrate ed a sfavore del cittadino beneficiario della presenza delle due colf.