La tentazione di San Tommaso, la leggenda di Monte San Giovanni Campano diventata opera d’arte

Monte San Giovanni Campano è noto soprattutto per Castelforte, costruzione medievale arroccata e baluardo difensivo della zona dagli attacchi delle altre popolazioni, ed è proprio in quel luogo che San Tommaso ha affrontato la prova più dura per la sua fede.

Il monte più noto della Ciociaria, oggi inserito tra i borghi più belli d’Italia, prende il nome da un monastero benedettino che secondo la tradizione venne fondato da San Benedetto in persona per dare rifugio e sostegno ai monaci della zona. San Benedetto stesso lo intitolò ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista.

Castello Ducale di Monte San Giovanni
La tentazione di San Tommaso, la leggenda di Monte San Giovanni Campano diventata opera d’arte – Instagram @cortedavalos – montesangiovanniuno.it

La zona prese il nome di Monte San Giovanni più tardi, per volontà di papa Clemente VIII nel 1592. L’aggiunta di “Campano” avvenne solo nel 1872 per indicare l’appartenenza alla Campagna dell’allora Stato della Chiesa. Oggi come allora, tuttavia, il monte è famoso soprattutto per la presenza di castello medievale edificato nel X secolo dC.

Il Castello Ducale (oggi ribattezzato Castelforte) era formato originariamente da cinque piani (tre oggi caduti a causa dei terremoti) due Torri di guardia e un ambiente carcerario raramente utilizzato. La funzione principale del castello era infatti quella di fungere da difesa dello stato pontificio dagli attacchi delle popolazioni circostanti.

Proprio per assolvere a questa funzione militare, nel 1157 il castello venne ceduto ad un vassallo di papa Adriano IV, il Conte D’Acquino, padre di San Tommaso che utilizzò due stanze delle carceri per imprigionare il suo stesso figlio, o almeno così vuole la leggenda.

La leggenda di San Tommaso divenuta opera d’arte

Secondo quanto tramandato dalla tradizione, Tommaso D’Aquino sin da ragazzo abbracciò la vocazione cristiana e decise dunque di diventare un religioso. Una scelta che la sua famiglia disapprovò con forza, poiché Tommaso era l’erede della casata e su di lui poggiavano le speranze di tramandare averi, titoli nobiliari e importanza politica della famiglia.

Dipinto "Tentazione di San Tommaso"
La leggenda di San Tommaso divenuta opera d’arte – musei.re.it – montesangiovanniuno.it

Al fine di fare abbandonare il percorso di fede a Tommaso, una notte la famiglia lo imprigionò nelle carceri sottostanti il Castello Ducale. Lo scopo primario era quello di evitare che scappasse, quello secondario di indurlo a cedere alla tentazione. Per riuscirci portarono all’interno delle carceri una giovane di bell’aspetto, il cui compito era farlo cedere al piacere delle carni.

Intenzionato a seguire la propria vocazione, il Santo si oppose ai tentativi di seduzione della giovane, allontanandola con le minacce di ferirla con un tizzone ardente. Alla fine di quel confronto, Tommaso riuscì a convertire la giovane, facendola diventare Sorella Marotta. La scena, ritenuta prova di grande fede, è stata ritratta con la tecnica dell’olio su tela da Giovan Francesco Gessi negli anni trenta del XVII secolo, un dipinto che oggi si trova esposto al museo civico di Reggio Emilia.

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