In pensione anticipata con invalidità: 2 opportunità a confronto

Se hai un’invalidità al di sopra di una determinata soglia allora puoi fruire di due misure di pensione anticipata. Vediamo quali sono le differenze e qual è la più conveniente.

Le persone con un’invalidità pari o superiore al 74% hanno giustamente diritto a fruire della pensione anticipata. Infatti, soprattutto per chi svolge professioni faticose – fisicamente o mentalmente – lavorare fino a 67 anni con una disabilità può essere davvero difficile: in alcuni casi quasi impossibile.

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In pensione anticipata con invalidità: 2 opportunità a confronto/montesangiovanniuno.it

L’accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria, per il momento, è previsto a 67 anni e solo se si hanno almeno 20 anni di contributi. Tuttavia esistono parecchie misure di pensione anticipata che consentono di lasciare l’ufficio – o la fabbrica – con qualche anno di anticipo.

Tra queste misure due si rivolgono in modo specifico agli invalidi: si tratta di Quota 41 e di Ape sociale. Entrambe sono state studiate per agevolare determinate categorie come i disoccupati, gli addetti a mansioni usuranti e, appunto, gli invalidi. Si tratta di due misure molto diverse tra loro sotto parecchi aspetti. Nel prossimo paragrafo analizziamo tutto nei dettagli.

Pensione per invalidi: ecco la misura più conveniente

Le persone affette da disabilità pari o superiore al 74% possono fruire di due misure per accedere alla pensione con qualche anno di anticipo rispetto ai canonici 67 anni stabiliti dalla Legge Fornero. Attenzione, però, a fare una scelta ponderata o si rischia di perdere un mucchio di soldi.

uomo sulla sedia a rotelle
Pensione per invalidi: ecco la misura più conveniente/montesangiovanniuno.it

Le misure appositamente pensate per agevolare i lavoratori con invalidità sono, appunto, Quota 41 e Ape sociale. Qual è la più conveniente? Dipende dalla propria personale situazione. Quota 41 consente di accedere alla pensione a qualunque età purché i contributi siano pari almeno a 41 anni. Tuttavia è necessario che almeno 1 anno di contribuzione – effettiva e non figurativa – sia stato versato prima dei 19 anni di età.

Pertanto se una persona ha iniziato a lavorare dopo non può percorrere questa strada. Quota 41 ha un altro enorme vantaggio: non sono previste decurtazioni sull’assegno previdenziale. Quindi una persona riceverà la pensione che gli spetta senza subire alcun tipo di taglio.

Ben diversa Ape sociale. Per beneficiare di Ape sociale bisogna attendere di aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi ma c’è il vantaggio che bastano appena 30 anni di contributi. Con Ape sociale, però, l’assegno Inps non può mai superare i 1500 euro al mese, non è reversibile e non sono previste né la tredicesima né la quattordicesima.

C’è poi la pensione anticipata per invalidità che consente di uscire dal lavoro a 56 anni alle donne e a 61 anni agli uomini. In questo caso, inoltre, sono sufficienti 20 anni di contributi. Per percorrere questa strada, però, l’invalidità deve raggiungere almeno l’80% e deve trattarsi non di una generica invalidità civile ma di invalidità specifica: un’invalidità che renda impossibile svolgere la propria mansione.

Altre misure di pensione anticipata per chi è invalido

Come spiegato sopra, le persone affette da invalidità almeno al 74% possono sfruttare ben due misure per accedere alla pensione con qualche anno di anticipo: Quota 41 e Ape sociale. Ma non solo: chi, infatti, ha più di 41 anni di contribuzione può anche scegliere un’altra strada.

donna sulla sedia a rotelle
Altre misure di pensione anticipata per chi è invalido/montesangiovanniuno.it

Prendiamo il caso di una persona di 62 anni con 42 anni di contributi e una percentuale d’invalidità pari al 74%. Il soggetto in questione ha iniziato a lavorare a 20 anni e, quindi, non può fruire di Quota 41. Non ha ancora 63 anni e 5 mesi e, di conseguenza, non può beneficiare nemmeno di Ape sociale.

Gli restano, però, due opzioni: Quota 103 oppure la pensione anticipata ordinaria. Quota 103, infatti, consente di lasciare il lavoro a 62 anni con almeno 41 anni di contributi mentre la pensione anticipata ordinaria tiene conto solo dei contributi che devono essere pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne.

Quota 103 prevede il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno Inps e questo può comportare perdite anche del 30% ogni mese. La pensione anticipata ordinaria, invece, non prevede nessun taglio e, dunque, risulta essere decisamente più vantaggiosa per chi si trova in questa situazione.

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