Emergono le prime novità sugli aumenti per alcuni pensionati che scatteranno a partire dal prossimo anno: le stime e gli importi.
Ogni anno gli importi delle pensioni e dei vari trattamenti previdenziali e assistenziali vengono aggiornati tenendo conto del tasso di inflazione accertato dall’Istat per i 12 mesi precedenti. Per quest’anno la rivalutazione è stata dello 0,8%, il tasso accertato dall’Istituto di statistica per l’aumento del costo della vita.

Attraverso il Def (Documento di Economia e Finanza) 2025, che è stato approvato dal Governo, è stato già possibile ottenere una stima di quelli che saranno gli aumenti per i trattamenti a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Ovviamente, si tratta di stime, dato che è ancora impossibile stabilire quale sarà il tasso di inflazione accertato per l’intero 2025.
Pensioni, come potrebbero salire gli importi secondo le prime stime
Iniziano a trapelare le prime stime che riguardano gli aumenti delle pensioni e dei vari trattamenti previdenziali e assistenziali che scatteranno a partire dal 1° gennaio 2026, in base al costo della vita accertato nei 12 mesi precedenti.
Le stime emergono dal Def approvato dal Governo e, come abbiamo già detto, è ancora presto per avere una percentuale precisa. Stando a quanto emerso al momento, come riporta la redazione di Money.it, l’Istat ha accertato un tasso di inflazione rispettivamente dello 0,9%, dell’1,6% e del 2,0% per gennaio, febbraio e marzo. Da quanto si evince, dunque, la percentuale è più alta rispetto a quella rilevata nel 2024 e applicata ai trattamenti economici. A questo si aggiunge l’Ipca (Indice dei prezzi al consumo) pari al 2,1% contenuto nel Def, ma la rivalutazione è sempre più bassa rispetto a tale indice.

Considerati i dati appena indicati, secondo Money.it, si potrebbe avere un adeguamento delle pensioni e degli altri trattamenti tra l’1,6% e l’1,8%. Tenendo conto di questo indice, capiamo come possono variare gli importi di pensione minima, invalidità civile e l’Assegno sociale. Per il 2025, la pensione minima è salita 616,57 euro mensili in virtù della rivalutazione allo 0,8%, ma anche dell’adeguamento straordinario stabilito dal Governo del 2,2%.
Considerato l’importo senza la rivalutazione straordinaria, la pensione minima è pari a 603,40 euro che potrebbe salire nel 2026, con un adeguamento tra l’1,6% e l’1,8%, tra 613,05 e 614,26 euro. La rivalutazione straordinaria sarà applicata anche per il prossimo anno, ma con una percentuale dell’1,7%, dunque, si parlerebbe di un assegno tra 623,47 e 624,70 euro.
Per quanto riguarda la pensione riconosciuta agli invalidi civili con una percentuale di invalidità superiore al 74%, l’importo potrebbe salire dai 336 euro previsti per il 2025 ad una cifra compresa tra 341,37 e 342,04 euro. Infine, sarà adeguato anche l’importo dell’Assegno sociale, misura destinata agli over 67 che non hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia e non hanno altri redditi. L’importo erogato attualmente è pari a 538,68 euro che nel 2026, tenendo conto delle stime tra l’1,6% e l’1,8%, potrebbe salire tra 547,29 e 548,37 euro.