Diramata allerta AIFA sul farmaco che prendono moltissime donne: gravi conseguenze

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha segnalato potenziali effetti collaterali pericolosi in un medicinale consumato dalle donne.

Al giorno d’oggi moltissimi disturbi, un tempo dipendenti dalla soglia del dolore e dalla tolleranza del paziente, possono essere neutralizzati con la somministrazione di un comune farmaco specifico. Tuttavia, l’abuso di queste sostanze, per quanto controllate periodicamente dalla comunità medico-scientifica, non deve diventare un’abitudine.

Medicinali e cartello di attenzione
Diramata allerta AIFA sul farmaco che prendono moltissime donne: gravi conseguenze – foto: canva – montesangiovanniuno.it

Si dice che, risolvendo un problema, ne insorgano altri due. Questo soprattutto riguardo l’assunzione di medicinali particolarmente invasivi. A questo proposito, è intervenuta l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), segnalando degli effetti collaterali gravi rispetto all’utilizzo di un farmaco consumato abitualmente dal moltissime donne.

L’AIFA è operativa dal 2004, come ente di diritto pubblico volto alla regolamentazione della diffusione e produzione dei farmaci nel nostro Paese. È suo compito garantire l’accessibilità ad un medicinale, così come la sua sicurezza.

Se assumi questo farmaco, attenzione ai sintomi anomali

Veoza è un farmaco consumato comunemente dalle donne in menopausa per limitarne gli effetti. Contiene una sostanza che, laddove sussistano problemi di salute, può diventare molto pericolosa. L’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) è intervenuta nel merito, intimando le pazienti che ne fanno largamente uso di sottoporsi a frequenti controlli medici ed esami del sangue.

Sagoma di carta del fegato
Se assumi questo farmaco, attenzione ai sintomi anomali – foto: canva – montesangiovanniuno.it

“Il rischio di danno…può influire significativamente sul suo rapporto beneficio/rischio” – sono state le parole degli esperti. È necessario eseguire dei test, prima ancora dell’inizio del trattamento e monitorarne periodicamente i valori. Il farmaco in questione, di fatto, contiene fezolinetant, un antagonista del recettore della neurochinina-3, il quale gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dei sintomi vasomotori, tra cui la particolarmente nota vampata di calore.

Tuttavia, la medesima sostanza può potenzialmente provocare l’insorgenza di danni epatici, soprattutto nei soggetti che famigliarmente risultano a rischio. L’AIFA quindi si raccomanda di eseguire preventivamente dei test sulla funzionalità epatica (LFT), in modo da evidenziare i livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT), di aspartato aminotransferasi (AST) e della bilirubina.

I test andranno ripetuti ogni mese, dall’inizio del trattamento, soprattutto laddove inizino a manifestarsi i primi sintomi di insufficienza epatica. Figurano tra questi stanchezza, prurito, ittero, feci chiare e/o urine scure, vomito e nausea, infine scarso appetito e/o dolore addominale.

Laddove dovessero insorgere le problematiche citate, il paziente deve assolutamente recarsi dal proprio medico curante, il quale probabilmente interromperà la somministrazione del Veoza in favore di un altro farmaco. È importante monitorare i sintomi ed eseguire dei controlli periodici, in modo tale da intervenire prima che i danni epatici diventino troppo gravi.

 

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