Quali sono le modalità d’uso del detersivo liquido e in polvere? Le differenze da sapere, assolutamente.
Alleato prezioso in casa: il detersivo. Impossibile farne a meno, sia per la lavatrice che per le pulizie. Dalle tipologie più svariate, ciascuno ha la sua specificità al fine di garantire un’esperienza casalinga completa, oltre che costituire la soluzione ad hoc per ogni tipo di ‘problema’ domestico.
Soprattutto con riguardo al bucato, dai colorati ai neri, vi è per tutte le esigenze. Non solamente la funzione, però, anche la consistenza cela la sua importanza: polvere o liquido. In questi casi si è abitudinari, dunque ecco prediligere il prodotto più comodo, a livello personale.
Tuttavia entrambi presentano differenze sostanziali che sarebbe meglio conoscere, magari onde evitare danni ai panni stessi ma, specialmente, renderli impeccabili utilizzando correttamente il detersivo. Un dilemma che, solitamente, non ha (quasi) mai risposta, finalmente ora si fa un po’ di chiarezza.
Quale si usa maggiormente? Dipende dalle proprie abitudini, per l’appunto. In genere il detersivo liquido lo si versa nella vaschetta apposita della lavatrice, la si aziona et voilà, bucato pulito. Quello in polvere avrebbe potenzialità smacchianti e sbiancanti. Tutto ciò basato sulle opinioni comuni ma corrisponde a realtà?
Mattia Alessio – noto sui social come @lacasadimattia – entra specificamente nel dettaglio illustrando le due tipologie di detersivo anche a livello chimico. Il detersivo liquido è un prodotto a base di tensioattivi, formulato per agire sulle macchie grasse. Addizionato con enzimi può funzionare anche sulle ‘proteiche’.
Manifesta un’azione più delicata sui tessuti ed è versatile. Possibile da impiegare in tutti i cicli di lavaggio, a tutte le temperature. Ideale per capi colorati e scuri. Invece, il detersivo in polvere è composto da tensioattivi e sbiancanti a base ossigeno attivo (zeoliti e agenti anticalcare) per macchie magre e proteiche.
Svolge un’azione sbiancante e igienizzante – in quest’ultimo caso, per bucato molto sporco o macchie difficili da rimuovere, si aggiunga ad esso un additivo o percarbonato. Poco versatile, richiede cicli di lavaggio più lunghi e con temperature più alte, minimo 40°. Ideale per capi in cotone, chiari e bianchi.
Riassumendo, ecco le caratteristiche principali da prendere in considerazione non sottovalutare mai.
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