Il congedo di paternità è stato confermato anche nel 2025: scopriamo cosa cambia rispetto agli anni precedenti e come fare ad ottenerlo.
Tra le varie motivazioni che hanno portato ad una decrescita della natalità nel nostro Paese c’è stata una carenza di servizi di assistenza ai genitori che ha reso complicata la gestione della famiglia e degli impegni privati dopo la nascita di un figlio. Al fine di garantire ai neo genitori maggiore serenità e supporto sono stati ampliati i permessi lavorativi e le tutele economiche per la gestione della crescita dei neonati.
Tra le misure più importanti c’è sicuramente il congedo parentale, ovvero un periodo di 9 mesi in cui i genitori si possono allontanare dal lavoro per prendersi cura del loro bambino senza temere di perdere né la mansione né la totalità della retribuzione. Nei nove mesi messi a disposizione dei genitori – valevoli sia per il padre che per la madre – si percepirà l’80% dello stipendio.
Trattandosi di un permesso diverso e non collegato a quello di maternità e paternità, i genitori ne potranno usufruire quando necessario entro i primi 12 anni di vita del figlio (nato o adottato). Un passo in avanti sicuramente che non cancella del tutto la discrepanza di trattamento tra i due genitori, in quanto il congedo di maternità – concesso dopo la nascita del figlio – ha una durata obbligatoria di 5 mesi a cui si aggiungono varie estensioni facoltative a retribuzione ridotta.
Il congedo di paternità è invece molto più esiguo, ma comunque utile alla famiglia e al neo genitore per essere di supporto nei primi mesi di vita del bambino.
Il congedo di paternità spetta a tutti i dipendenti pubblici e privati con contratto a tempo indeterminato e consiste nell’ottenimento di 10 giorni di astensione volontaria dal posto di lavoro che viene retribuita al 100%. Al fine di ottenere la concessione dal datore di lavoro del congedo di paternità, il dipendente deve presentare una domanda specifica.
I dipendenti che verranno retribuiti direttamente dal datore di lavoro dovranno presentare a questo una domanda in forma scritta in cui specificano i giorni in cui saranno assenti da lavoro. Diversamente chi ottiene la retribuzione direttamente dall’INPS dovrà presentare la domanda online dal proprio account sul portale dell’ente.
Il congedo di paternità non può essere rifiutato dal datore di lavoro a patto che venga presentata la richiesta per tempo e non oltre i 5 mesi dalla nascita del figlio. I dieci giorni possono diventare venti solo nel caso in cui vi sia stato un parto plurimo.
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