Monitorare il ciclo mestruale per capire se sia regolare è davvero importante per una donna? Tante sono convinte di sì, ma forse la realtà è un’altra.
Capire se si è in buona salute è fondamentale per tutti e a ogni età, a maggior ragione per le donne, che si trovano a dover gestire il ciclo mestruale, utile a capire eventuali problemi dell’apparato riproduttivo, così da intervenire in modo tempestivo se necessario. Questo può permettere di capire quando sia possibile programmare una gravidanza e capire per quanto tempo si sia fertile, ben sapendo come ogni donna possa essere diversa.
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È quasi naturale preoccuparsi se le mestruazioni ritardano o sono costantemente irregolari, per questo sarebbe bene programmare una visita dal ginecologo di fiducia almeno una volta l’anno, così da intervenire in maniera tempestiva con eventuali terapie se necessairo. Un aiuto importante per tenere sotto controllo la situazione può arrivare dalle varie app per dispositivi mobili utili allo scopo, che evitano eventuali dimenticanze, oltre a dare indicazioni su eventuali sintomi che possono esserci nei vari periodi del mese. Non è detto però che essere così rigorosi sia sempre l’ideale.
Monitoro il ciclo mestruale con un’app: ma è una scelta giusta?
Lo smartphone è ormai diventato un compagno da cui non ci separiamo praticamente mai, per questo sono in tanti ad arricchirlo con una serie di app che ci possono servire per vari scopi, dal lavoro al divertimento. Non mancano quelle che possono essere considerate un supporto importante per la salute, come quelle che consentono di monitorare l’andamento dei ciclo mestruale, inserendo manualmente il giorno in cui arrivano le mestruazioni. Man mano che l’utilizzo diventa continuo è possibile capire se vengono rispettati i canonici 28 giorni o se i tempi si allungano, così da poterne parlare con il ginecologo se necessario.
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Spesso si tende però a pensare di non essere regolari se appunto si va oltre le 28 settimane, ma è in realtà una considerazione non del tutto corretta. Ci sono infatti donne che vanno anche oltre i 30 giorni, ma che hanno sempre o quasi questa periodicità, segno evidente di come questa sia una caratteristica tipica del loro organismo.
Strumenti come questi sono utili però anche per capire quali siano i giorni fertili ed eventualmente programmare (o evitare) un figlio, così da capire se sia necessario prendere precauzioni quando si hanno rapporti sessuali o meno. In realtà, nell’ultimo periodo è cresciuto anche all’interno della comunità scientifica il numero di persone che ritiene non così congeniale usare un’app simile, soprattutto perché eventuali sintomi collaterali che vengono comunicati non sempre si verificano davvero.
Anzi, paradossalmente c’è chi le ritiene affidabili addirittura per evitare di restare incinta, come una sorta di metodo Ogino-Knaus, mentre sarebbe bene agire in maniera del tutto opposta. Non è infatti possibile ritenere un’app che monitora il ciclo mestruale come un metodo anticoncezionale, il rischio di incorrere in una gravidanza indesiderata non è purtroppo da escludere del tutto.
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Provarle per chi non lo ha ancora fatto non è comunque del tutto negativo, può aiutare ad avere una maggiore consapevolezza di sé e verificare in prima persona se si rispetta quanto indicato. Non c’è però alcuna una base scientifica, pochi professionisti hanno partecipato alla loro progettazione. Alcuni inoltre preferiscono evitare di scaricarle perché temono sia lesa la propria privacy, visto che sono richiesti dati sensibili ( i dettagli del ciclo mestruale, i sintomi, i ritardi, le gravidanze, le patologie connesse e le terapie seguite) che dovrebbero non essere diffusi a terzi. Se davvero non si vuole farne a meno, è consigliabile leggere bene le condizioni indicate, così da non pentirsene successivamente.