Le continue scosse di terremoto nei Campi Flegrei stanno preoccupando la popolazione e gli esperti: cosa sta accadendo veramente?
Tornati alla ribalta negli ultimi mesi, i Campi Flegrei costituiscono una vasta zona vulcania la quale si estende per oltre 15 chilometri abbracciando l’area di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e di Napoli. Considerata una delle zone a più alto rischio sismico in Italia, i Campi Flegrei sono interessati dalla continua attività del vulcano sottostante e da fenomeni di bradisismo.
L’area dei Campi Flegrei, difatti, è attraversata da numerose faglie ancora attive, le quali possono generare sequenze di terremoti intensi e altamente pericolosi per la salute pubblica. Il costante monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in collaborazione con l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), conferma ogni giorno la presenza di attività nel sottosuolo.
L’intensa attività sismica, tuttavia, non ha frenato un incremento della popolazione nella zona nel corso degli anni, con la conseguente costruzione di residenze private e luoghi pubblici. Centri urbani come Pozzuoli o Napoli, difatti, sorgono a pochi chilometri dal vulcano, aumento il rischio e i danni in caso di eruzioni o terremoti.
La presenza di un importante sistema magmatico attivo nel sottosuolo, costituirebbe la causa del recente sciame sismico il quale ha interessato la zona dei Campi Flegrei negli ultimi giorni. Quest’ultimo provocherebbe continue variazioni di pressione e temperatura, generando sequenze di terremoti più o meno intensi. Si tratta di fenomeni in aumento dal 2007 e continuamente osservati da un team internazionale di esperti e ricercatori.
Secondo gli esperti, il vulcano mostrerebbe segni di un progressivo accumulo di magma a profondità relativamente superficiali. Da anni, gli scienziati impegnati nel monitoraggio, sarebbero stati in grado di mappare il movimento del magma osservando una nuova fase bradisismica del vulcano che dura ancora oggi. Considerando diversi scenari, i ricercatori avrebbero dedotto come la sorgente di deformazione sia progressivamente diventata sempre più superficiale, oggi localizzata a 4 km di profondità.
Sebbene al momento non ci siano i segnali di una eruzione imminente nei Campi Flegrei, gli esperti segnalano un possibile rischio futuro per la popolazione interessata. Il continuo e crescente accumulo di magma, seguito dall’incremento della pressione nel sottosuolo, potrebbero portare ad un aumento del rischio di eruzione vulcanica nei prossimi anni. L’accumulo di magma, tuttavia, dovrà essere gestito con attenzione per contribuire al benessere degli abitanti della zona.
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