Proteste a Cassino, dopo la deliberazione di nuove regole imposte ai commercianti e venditori, questi ultimi pronti a ribellarsi.
Un città ricca di Storia, teatro di una delle più sanguinose guerre tra Tedeschi e Alleati, oggi Cassino funge da scenario per la lotta al sistema. In particolare introdotte nuove disposizioni per ambulanti, commercianti e venditori che non si rivelano a loro favore, anzi, creano maggiori difficoltà.
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Per questo motivo la rivolta è in atto, appellandosi persino alla Legge, la stessa che li sta ostacolando. Complicato esercitare la propria professione in tali condizioni, dunque necessario migliorarne la posizione poiché, così, non si può andare avanti.
Esiste un barlume di speranza, quell’unica possibilità sui cui poter contare per cambiare la situazione. I mezzi ci sono e, attualmente, in corso le opportune verifiche del caso. Magari si è prossimi alla vittoria oppure un’illusione a che qualcosa si potesse volgere a vantaggio dei cittadini. Si resta in attesa.
Proteste a Cassino: commercianti furiosi. Le prime denunce
Ci si avvale dei migliori Avvocati della zona, finalmente ottenendo giustizia – almeno si spera. Probabilmente un errore, qualora fosse nessun problema a rimediare e riparare il danno perpetrato a sfavore della parte lesa, ma nel caso in cui si confermasse quanto stabilito, anche a discapito della categoria, cosa accadrebbe?
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Negli ultimi tempi vi sono stati diversi ricorsi tra cui uno inerente il versamento del canone per una somma ritenuta ingente. Un venditore ambulante gestisce una bancarella di abbigliamento al mercato. Un giorno riceve quattro bollettini relativi al pagamento del canone, per tre posteggi, del valore superiore a € 3.000.
Scatta la segnalazione affinché si richieda l’annullamento dell’atto impugnato in autotutela – in questa battaglia, oltre al legale anche ANA UGL (Associazione Nazionale Ambulanti). Si ritiene la richiesta pecuniaria alquanto ingiusta, oltretutto accompagnata dalla eventualità di perdere il posto. Perciò agire subito.
A seguito di una serie di calcoli è risultato che il canone stesso si sarebbe dovuto attestare su € 900 o poco meno. Oltretutto il valore smisurato non è conforme alla nuova politica riservata alla categoria dei commercianti, post-pandemia. Difatti, a causa della crisi, molti hanno chiuso le loro attività per sempre.
Quindi, a tutela, nuove regole tra cui la riduzione percentuale sul canone complessivo. A questo punto, così interviene ANA UGL: “Riteniamo potrebbe esserci stata una errata applicazione del canone unico patrimoniale“. Difatti va a peggiorare la condizione dei venditori anziché migliorare, come auspicato.
Il Sindaco Enzo Salera conclude: “Farò eseguire una verifica agli uffici competenti. Se c’è stato errore di calcolo si procederà all’annullamento in autotutela, altrimenti ci costituiremo in giudizio“.