La notizia sta facendo il giro del web: Cassino è bersaglio dei social (e non solo), ecco per quale motivo.
Un altro fiore all’occhiello della zona del Frusinate, la città di Cassino. Tra le più importanti testimonianze storiche dell’età contemporanea – la sua Abbazia quale scenario bellico durante la Seconda Guerra Mondiale – ultimamente è divenuta teatro di un vero e proprio scandalo.

Piovono denunce da parte dei cittadini, fortemente amareggiati. Un colpo al cuore, soprattutto scoprendo chi si cela dietro a tale misfatto. L’indignazione regna sovrana, molti non vogliono più andarci. Come se avessero perso quella ‘luce’, preziosa in alcuni momenti della vita.
Dall’altra parte abbiamo i reo confessi (o quasi), pronti a dire la verità ma difendendosi allo stesso tempo: si reputano vittime anche loro. Quindi serpeggerebbe una macchinazione ancora più grande? Intanto è il caos e ci vorrà ben altro affinché si riconquisti la fiducia dei propri ‘fedeli’.
Cassino, che terribile inganno! Nessuno si è salvato
Soldi, viaggi e mete incredibili. Un sogno trasformato in un incubo o forse, per meglio dire, disastro. Le truffe sono all’ordine del giorno, ormai, divenendo sempre più complicato schivarle. Un modus operandi sofisticato, attraverso la tecnologia oltre che, in questo caso, anche il mezzo della persuasione.

Denaro incassato e vacanze inesistenti. Un brutto episodio ai danni dei fedeli della Parrocchia di Sant’Antonio da Padova di Cassino. Secondo quanto si apprende da LeggoCassino.it, li avrebbe attesi un viaggio in Messico, ma prima € 2.500. Dopodiché partenza posticipata – in realtà mai avvenuta.
La prima segnalazione giunta da una devota, presentando denuncia presso la Procura. I prelati che hanno funto da mediatori tra l’agenzia e i presunti villeggianti sono stati smascherati. In aggiunta si chiede alle autorità di aprire un’indagine nei confronti di coloro che avrebbero dovuto vigilare sul loro comportamento.
I legali della parte civile, tra l’altro, affermano: “La parrocchia non è nuova a vicende di queste tipo“. Difatti, stando alle dichiarazioni riportate dalla medesima fonte, saltati viaggi in Giappone e negli Stati Uniti, per un totale di € 100.000. Un caso clamoroso coinvolgente soggetti apparentemente insospettabili.
Questi ultimi, però, non accettano le accuse che vengono loro rivolte: “Siamo stati truffati anche noi. Ci siamo affidati a un’agenzia viaggi gestita da una persona che ha incassato ed è svanita nel nulla. Appena compresa la situazione, abbiamo restituito l’80% delle somme versate dai fedeli“.
Solo una parrocchiana “non ha aderito al piano restituzione“. Una residente di Sant’Elia Fiumerapido, colei che avrebbe attivato la macchina della giustizia, un gesto non ben visto dai preti stessi: “Un tentativo di gettare ombre sulla nostra attività pastorale e sulla nostra comunità“.