Goliardia, divertimento e tradizione: la Festa della Radeca in allegria! Ma il suo nome cela un profondo significato risalente ai tempi antichi.
Ogni anno si celebra la Festa della Radeca a Frosinone. Tra le celebrazioni più amate dal popolo frusinate, simboleggia il ‘loro’ Carnevale, rappresentato dal fantoccio Championnet. Periodo di convivialità e baldoria, tra fine febbraio e i primi di marzo, tuttavia il giorno più importante resta Martedì Grasso.
Quest’anno è previsto un programma ricco con tante attività. Danze tradizionali, visite guidate per bambini, spettacoli, immancabile la parata della mascherine. Il momento clou riguarda proprio il Generale Championnet: processo e conseguente rogo. Dopodiché al via la degustazione delle fettuccine ciociare.
Ma perché si chiama così? Un nome particolare, ‘radeca‘, intriso di storia e cultura. Sicuramente anima le piazze, le vie della città, nel segno della tradizione. Si cela dietro un racconto interessante. Solo in pochi sapranno, probabilmente i nativi. Un modo alternativo di raccontare la Storia attraverso le curiosità.
L’evento più atteso nella città ciociara. Gran fermento in questi giorni prima che si dia inizio alle ‘danze’, come si suole dire. Qualcuno potrebbe essere incuriosito a prendervi parte – trattasi di una manifestazione indimenticabile, per certi aspetti – ma attenzione alla radeca: la si potrebbe brandire con intenzioni malevoli.
Il 4 marzo è Festa della Radeca, una ricorrenza che ha più di 200 anni. La sua origine si fonda nell’epoca precristiana ed è collegata ad antichi riti di fecondità dell’età pagana. Ne derivano i lupercali romani, in nome di Luperco quale protettore della fertilità, proprio a febbraio, mese simbolo della purificazione.
Morte e rinascita che vede la sua maggior concretezza nel rogo del Generale francese Jean Antoine Étienne Vachier, conosciuto come Championnet. E qui si apre un’altra storia: la ribellione del popolo frusinate all’invasione francese, tra il 1798 e il 1799. Dopo un anno dalla liberazione, la Festa della Radeca.
Continuare a festeggiare il Carnevale per sbeffeggiare i potenti nonché esorcizzare la fame e carestia. All’epoca il Generale, residente ad Anagni, ricevette il seguente messaggio: tumulto a Frosinone, dunque bisognava intervenire. Partì subito ma si trovò dinanzi agli occhi una grande folla intenta a festeggiare.
Fu coinvolto a ballare, bere dell’ottimo vino rosso e gustare i famosi ‘fini fini‘, la pasta tipica ciociara. Da quel momento divenne simbolo del Carnevale, rappresentato dal fantoccio, poi bruciato al rogo. Tuttavia, manca ancora un quesito: cos’è la radeca? Trattasi della foglia d’agave, simbolo di fertilità, come anzidetto.
Requisito essenziale, qualora si volesse partecipare, perché i cittadini parrebbero ligi alle regole: tutti devono avere una radeca in mano, altrimenti punizione: arriva una botta in testa o ‘radecata‘, che dir si voglia. Non solo, ai forestieri è riservata una piccola frustata sulla schiena, sempre con la radeca. Caloroso benvenuto?
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